mercoledì 21 novembre 2007

nasce minimadidattica

Che cos’è minimadidattica?

È un gruppo di lavoro, un’iniziativa editoriale, un contenitore di dibattito, un blog (www.minimadidattica.blogspot.com), che nasce dalle esperienze didattiche condotte negli anni all’interno degli insegnamenti a contratto del settore disciplinare ICAR 14, composizione architettonica e urbana, della Facoltà di Architettura di Napoli. È anche un’ipotesi di ricerca per ritrovare spazi all’interno di una comunità scientifica più ampia che, in occasione di confronti recenti, si è dimostrata oltremodo numerosa e composita annoverando ad oggi ben 508 docenti “strutturati”, di cui una quarantina nella sola Federico II.
Rappresenta il tentativo di sistematizzazione dei contributi didattici che una generazione di ricercatori, definiti tradizionalmente “giovani” (in relazione non tanto all’età anagrafica quanto, piuttosto, alla condizione sommersa), ha fornito in anni recenti nei corsi assegnati con contratto d’insegnamento annuale. Tale condizione, oggettivamente esterna alle tradizionali dinamiche di costruzione dei contenuti disciplinari propri delle scuole e alle università, ha consentito di misurare la distanza che oggi intercorre tra i differenti approcci all’insegnamento di quanti offrono didattica all’interno di corsi e laboratori.
Non è un mistero che, nelle scuole di architettura, esista una tendenza a riconoscersi più in relazione agli esiti progettuali (i prodotti dell’attività di laboratorio come pure gli esercizi e le tante attività ex-tempore) che non alle metodologie e ai contenuti teorici offerti nella didattica; un riscontro di ciò si è avuto nella mostra itinerante curata dalla Facoltà di Parma in occasione del Festival dell’Architettura 2006, successivamente ospitata presso numerose sedi universitarie italiane: una raccolta imponente di materiali dai quali scaturisce un livello pressoché inesistente di condivisione di “cosa” e “come” possa (e debba) essere insegnato ai diversi anni di corso nelle Facoltà di Architettura italiane. Un panorama, all’interno del quale, ancora più inconsapevole, emerge il ruolo degli insegnamenti “integrati” ai laboratori di composizione e progettazione.

Perchè minimadidattica?

In un anno vengono pubblicati circa mille nuovi titoli di architettura e urbanistica, perché pubblicare il milleunesimo? I blog su internet sono milioni, perché editarne uno di più? I seminari affollano il calendario delle Facoltà, perché appendere l’ennesima locandina?
Perché crediamo nella possibilità di condividere sistemi e metodi d’insegnamento.
Perché pensiamo che sia necessario superare una storica incomunicabilità tra le diverse ‘scuole’ o ‘maniere’, scoprendo insospettate affinità tra mondi presupposti lontani o imbarazzanti differenze tra presunti compagni di bottega.
Perché non diamo per scontato che si sappia/si possa insegnare architettura e riteniamo indispensabile dedicare alla questione didattica uno spazio di riflessione sulle differenti sperimentazioni in campo.
A partire dalla scena napoletana, si propone una discussione interessata a ricostruire un’ipotesi di lavoro comune, superando i localismi di sede, le simpatie per le diverse “maniere”, le presunte appartenenze a scuole spesso strumentalmente considerate distanti tra loro e, viceversa, a portare in evidenza le differenze esistenti in aree formalmente apparentate.
In questo panorama minimadidattica si pone un duplice obiettivo:
-ricostruire i contenuti minimi [o di base] di singoli corsi che hanno operato, e operano, a diverso titolo all’interno di numerosi corsi di laurea che operano in seno alle facoltà di architettura italiane;
-individuare, in questa didattica “minima”, modalità, approcci, punti di vista che attraversano e informano, come un progetto più ampio, il corpo disciplinare Icar 14.
Partire dal “già fatto” per rileggerlo in chiave critica, assegnando un primato ed una centralità alla materialità dell’architettura, da cui partire di volta in volta secondo punti di vista, tradizioni, prassi operative differenti alla ricerca di un medesimo argomentare.

la redazione minima
claudio finaldi russo/stefano memoli/ carmine piscopo

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